L'idea di scoprire una città antica e perduta sotto terra ha da sempre catturato l'immaginazione umana.
Quando gli archeologi hanno iniziato a scavare sotto il Foro Romano, hanno rivelato un intero mondo di rovine che non era più visibile da secoli. La città di Troia, ancora più antica, è stata ricostruita dieci volte, formando dieci strati distinti, tutti sovrapposti l'uno all'altro.
Ma perché queste rovine abbandonate sono sempre sepolte?
Ogni civiltà ha le proprie ragioni per questa fonomeno stratigrafico. Dopo il grande incendio di Roma nel I secolo, gran parte della città dovette essere ricostruita. Invece di rimuovere le macerie, fu più rapido e semplice livellarle e costruirci sopra. Questo processo di innalzamento delle strade ha continuato a seppellire strutture più antiche a seguito di disastri periodici.
Troia, che iniziò come un insediamento di mattoni di fango nel 3000 a.C., ha visto sorgere e dissolversi nove civiltà una sopra all'altra, dagli imperi persiani ad Alessandro Magno, fino ai romani. Oggi, fenomeni simili si verificano in alcune città moderne, come Shanghai, che sta affondando a un ritmo di un centimetro all'anno a causa di un lento e progressivo sprofondamento del terreno noto come subsidenza.
Primal Space analizza come avviene la stratificazione delle rovine antiche e ci ricorda come questo fenomeno non sia relegato solo a un passato remoto, ma continua ancora nella nostra modernità portando come esempio la città di Seattle: nel 1889 venne flagellata da un devastante incendio e proprio come si verificò al tempo dell'antica Roma quasi tutto dovette essere ricostruito. Questa opportunità portò a ripensare una città soggetta a inondazioni, elevando le strade sopra un sistema di drenaggio. Così facendo i piani inferiori degli edifici, compresi i marciapiedi circostanti furono sepolti e oggi offrono un tour sotterraneo unico attraverso i resti di un paesaggio urbano della fine del XIX secolo.
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